Quanto conta la felicità? 

Sembra una domanda davvero fuori luogo, abituati come siamo a dover fronteggiare problemi, aggirare ostacoli, e facendo il possibile perché le nostre giornate lavorative scorrano senza intoppi e con risultati produttivi. 

Forse ti stupirà sapere che stiamo parlando sempre di indici ESRS, eppure è così! 

Infatti i primi due INDICI SOCIALI ESRS parlano proprio delle relazioni in azienda. In particolare: 

l’indice S1 rileva la misura in cui la relazione tra impresa e dipendenti rispetti i diritti umani e le normative internazionali sul lavoro, sulla sicurezza e salute dei lavoratori, il rispetto delle diversità e l’inclusione; 

* l’indice S2 si riferisce a quanto in azienda il valore lavorativo venga riconosciuto e sostenuto, in base a riconoscimento economico e condizioni lavorative.

Potresti pensare che questi fattori siano abbastanza ovvi, nella tua azienda non c’è sfruttamento di lavoro minorile oppure operai infortunati per mancanza di tutele sulla sicurezza.

Eppure c’è molto più di questo.

Un recente articolo de IL SOLE 24 ORE evidenzia malesseri per un’altissima percentuale di lavoratori dipendenti,  sia operai che impiegati. Si parla addirittura del 60%, cioè più della metà degli occupati.

I malesseri vanno dall’insonnia e gli stati di ansia fino al burnout. l’esaurimento psico-fisico da superlavoro. Ma ciò che colpisce di più è il fatto che si fatica a parlarne, soprattutto in azienda, il che rende il problema poco controllabile.

Il fenomeno sembra accresciuto dallo scenario attuale, dove aumenti di prezzi e caro bollette riducono la capacità di spesa delle famiglie, mentre l’allarme prodotto dai cambiamenti climatici aumenta preoccupazione e incertezza sul futuro.

Dati alla mano, capiamo quindi come il nostro intervento si renda ancora più indispensabile nel valutare ed evidenziare situazioni nascoste che possono trasformarsi in mancanza di personale per malattia ricorrente o prolungata o comunque in un minor rendimento lavorativo.

Se da una parte il “capo” è responsabile di esigere un risultato quando occorre, dall’altra lo è anche nel garantire una continuità lavorativa e risultati stabili.

D’altro canto un lavoratore può soffrire di situazioni poco sane e nasconderlo per timore di essere escluso o malvisto dai datori di lavoro o dai colleghi. 

A volte si parla di depressione “strisciante” o “latente” e la persona stessa che ne è affetta non ne è consapevole, finché non peggiora ulteriormente.

Ci sono ottimi metodi per comprendere se questi fenomeni si verificano tra il personale della tua azienda, dagli operai fino ai dirigenti.

Il coaching econolistico, grazie ai suoi strumenti, può aiutare a mettere in chiaro e a gestire situazioni evidenti o nascoste.
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Il benessere percepito nell’ambiente di lavoro è importante per più motivi:

* perché è il luogo dove passiamo la maggior parte del nostro tempo
* perché sentirsi bene al lavoro aumenta il senso di sicurezza materiale ed economica
* perché un datore di lavoro attento al benessere ispira maggiore fiducia e, di conseguenza, una maggiore dedizione al lavoro e all’azienda.

Se vuoi approfondire l’argomento contattaci, possiamo offrirti una consulenza:

FISCALE per la parte di analisi dei dati

COACHING per la gestione delle situazioni

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